mercoledì 3 ottobre 2012
Il blu mi riempie gli occhi - vedo, all'inizio,
solo un mare nero, credo di morire
poi, fortunatamente, spuntano tanti ranocchi
che mi fanno ridere -.
Ho perso il centro dell'anima, lo dico,
è appena un sussurro,
non voglio che nessuno mi senta, lo dico
con gli occhi di un ladro che ha rubato
l'oggetto più inconsistente.
L'anima si eleva e se ne frega
di essere stata rubata, poiché essa "è"
senza che qualcuno gli indichi la strada
-tout se tient, niente è ghettizzato all'inizio,
il bimbo rinasce allo specchio
nel vecchio che sogna nell'ospizio -,
le età si tengono, in un mistero orizzontale,
scala la pertica verticale soltanto
un filo di luce dal fianco del monte.
Alla fonte si abbeverano miliardi di bestie,
sono io, il mio amore rupestre, che ascolta
il fruscio della foglia, assieme alle vene
del toro che schianta, tutto è nota
e non c'è motivo
di togliere ad ognuno il proprio grido.
Anima, anima esigente, non voglio
in cambio niente, se non questa voce
che lega ogni vita alla sua croce.
© Tommaso Meozzi
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