mercoledì 26 settembre 2012




Ognuno vive nell'angoscia porta la sua croce - la croce può avere
grappoli di fiori che escono dai bracci - la croce è pura invenzione
oserei dire che prego di meno da quando non meno il membro
ho una fede debole come pecore al pascolo - faccio un assolo
non posso fare altro - dimenticatevi di me - anche del Super-Io
non ho più poesia santa - ho una profonda avversione per la fanta -
Accidenti a quella volta che ho fatto a pezzi il mio cervello sperando
che i pezzi poi facessero una figura - non c'è nulla tranne un obiettivo -
essere il primo della classe - no, non regge - intrufolarmi tra innumeri
gambe - no, non reggo - evitare di vomitare - questo sì, è già qualcosa,
avere il coraggio della rosa - finché il petto non mi schianti - questa poesia
è pura umiliazione e allora vedi, ecco Dio che ritorna, perché io
mi umilio e le parole luccicano nell'alba? - esco, vado a prendere una fanta.

giovedì 13 settembre 2012





Notizie del giorno. 


Ero ormai arrivato sulla rischiosa cima
che mistica si aprì una visione: il nero
carnato del monte mi si stendeva davanti,
e ovunque dardi di luce tracciavano
un sentiero: dal nero, nel grembo
rivelato della city. E c'erano attimi
in cui sentivo una strana pietà,
come se quell'immensità non fosse traguardo
dell'umanità che perfora l'elemento,
che usa il vento per fare energia
e l'energia per vento di parole.
Io vidi ai piedi di una fronda
una conchiglia azzurra, portata forse là
da un mare artificiale. Non aveva calcare
sopra il guscio, come il tempo non potesse
lasciare sedimento su quella superficie
impenetrabile. E in basso era inciso,
attraverso un primitivo punteruolo, il prezzo,
espresso in euro. Così avvicinai la valva
al cavo disegno del mio orecchio e subito
sentii un suono, che era la fiumana
di notizie, declamate nel giorno.
E allora uno sconforto misto a riso
travagliò i lineamenti del mio volto,
perché si trattava di bugie, dette con tale infantile
entusiasmo da sembrare ormai vere.
E in questa babele di persone serie e composte
trapelava talvolta da uno scarto nella voce,
o da una sacra luce del linguaggio,
l'immenso oltraggio fatto alla gente:
«Nuove percentuali dall'ultimo G8: ridurremo
l'emissione di carbonio del trenta per cento,
nel duemilaquarantotto». E poi: «Meschini
siete voi comunisti: proveremo le vostre
emissioni di complotto». E: «Il premier
non mantiene le promesse, pensavamo per le feste
diventasse più buono». Eppure in questo frastuono,
mano a mano, sentivo affiorare un'armonia,
come se la cornucopia della menzogna,
dotata di eminenza tecnologica,
fosse incosciente mediatrice di una nuova
verità: perché accorciava i tempi e le distanze
tra New York e Singapore, ma l'aria a disposizione
del respiro restava la stessa. Ogni promessa
era smentita dalla foga della successiva,
e se un paese si proclamava re dell'industria
mondiale, e così un altro, solo un attimo dopo,
due re aveva questo mondo, e nessuna
regina. E se chi inquina sposta la sua fama
radioattiva verso più nascosti liti,
dalla Cina all'Italia arrivano giochi
cancerogeni per bambini. Così ci sfiora
in una sola pelle, di tante
menzogne, una pietà si alza fino alle stelle.
Ma adesso è tempo
che ritorni nella city, per scoprire i possibili
modi di questo misticismo: poiché non è
necessario spogliarsi del mondo, fuggire
nelle selve, ma forse conviene ascoltare
il mare del linguaggio.

                                          ©Tommaso Meozzi

lunedì 10 settembre 2012





Una parola piana, una parola di rispetto,
quella guaina delicata dove risplende
il non-detto tra due persone.
        Un nome che non abbia privilegio
sull'orecchio che l'ascolta,
una parola rivolta
come si rivolta la pelle del serpente
e si fa del veleno niente, se non luce.


                                     © Tommaso Meozzi

sabato 8 settembre 2012



Chissà, in questo mare di note
digitali, chissà quali strali le parole
saranno.........................................
Questo danno, che si chiama cuore,
io voglio aprirlo,
affinché la luce dilaghi
sulle distese digitali-vegetali.

                                                Chiunque
commenti, questi venti che portano cifre!
Andiamo a cercare la matrice
       del linguaggio,
andiamo a cercare il maggio che detona
nell'ora buona, quando la mente si fa libera
                                                e respira
un'affinità di spina – dorsale? mentale? di dolorosa
realtà virtuale? –
                                        e di parola.
(Sei sola? Anima,
sei sola? O hai ancora la chiave
di viola?)
       

                                              ©Tommaso Meozzi