mercoledì 31 ottobre 2012
I tiranni cadranno, si scioglierà il loro scranno
fatto di fibre di carbonio -
obelischi, kalashnikov, angeli di pietra,-
tutto sarà sommerso dalla rete
(minuscoli pesci
ancora si dibattono al sole.
Non sanno che il fiume li porterà nel mare,
credono di essere schegge di carne
tagliate via da un muscolo lontano).
Amo l'ultima verterbra,
quella che innesta la coscienza nella carne,
che la fa stupore, a cesellare le infinitesime
ore di un palpito distante,
amo questa grande comunione
in cui siamo immersi
(i versi sono anch'essi un flusso, come
lacrime, sperma, sangue).
L'alba non avrà commercio di parola,
sarà un trionfo di corpi immaginari
che sfruttano i rari atomi d'aria,
gli interstizi del potere.
© Tommaso Meozzi
mercoledì 17 ottobre 2012
Dove sono andati i sogni del farmacista?
– dovranno pur esserci, da qualche parte,
tra le carte sparse sul banco,
tra la luce che trama il suo passo stanco –.
Quest'uomo
vive in un altro:
lo sento. I pantaloni gli fasciano le gambe,
la carne bianca che un po' si allenta,
quest'uomo ancora si spaventa quando è solo
al buio. Ora è nudo, nella farmacia.
Passa accanto alla commessa,
come si gravita ciechi
accanto a un'intima sciagura, natura, svolazza
una farfalla tra il Roipnol, Lasix, morfina.
Forse la prima ora dell'alba, è stata l'unica
in cui per un attimo ancora ha sperato.
© Tommaso Meozzi
martedì 9 ottobre 2012
Il cane è il migliore amico dell'uomo -
l'avete mai visto un cane passeggiare tra le vesti
che strusciano a terra, dentro la teca
di un centro commerciale?
Silenzioso monito, spirito
grigio, cane fatto per sfidare il vento,
costato ridotto al minimo, quanto basta
ad ospitare un respiro che non lascerà traccia.
Avete mai visto le zampe ossute
di questo spirito quadrupede, scalare, senza pietà,
il moto circolare di una scala mobile?
I morti tornano a indossare vestiti
fioriti l'estate scorsa, una pausa, dalla corsa,
nel ricco cinodromo - Come stai? - Quanto basta -
Cosa fai? - Cassa - La notte il cane dorme,
non risponde del panico seminato nel giorno,
la gente il giorno vende - la sua immagine -
la propaggine visibile del pensiero
- E' vero che hai fatto un figlio? E' vero?
Passa il cane da corsa nudo, per un attimo
raggela il diaframma a chi si ferma,
sapendo troppo bene da dove è venuto.
© Tommaso Meozzi
mercoledì 3 ottobre 2012
Il blu mi riempie gli occhi - vedo, all'inizio,
solo un mare nero, credo di morire
poi, fortunatamente, spuntano tanti ranocchi
che mi fanno ridere -.
Ho perso il centro dell'anima, lo dico,
è appena un sussurro,
non voglio che nessuno mi senta, lo dico
con gli occhi di un ladro che ha rubato
l'oggetto più inconsistente.
L'anima si eleva e se ne frega
di essere stata rubata, poiché essa "è"
senza che qualcuno gli indichi la strada
-tout se tient, niente è ghettizzato all'inizio,
il bimbo rinasce allo specchio
nel vecchio che sogna nell'ospizio -,
le età si tengono, in un mistero orizzontale,
scala la pertica verticale soltanto
un filo di luce dal fianco del monte.
Alla fonte si abbeverano miliardi di bestie,
sono io, il mio amore rupestre, che ascolta
il fruscio della foglia, assieme alle vene
del toro che schianta, tutto è nota
e non c'è motivo
di togliere ad ognuno il proprio grido.
Anima, anima esigente, non voglio
in cambio niente, se non questa voce
che lega ogni vita alla sua croce.
© Tommaso Meozzi
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